Nel fantastico Mondo di Oz

Uscito in sordina nel 1985, questo seguito del celeberrimo Il Mago di Oz di Victor Fleming, si discosta completamente dal genere se non per l’ambientazione fantasy, virando completamente registro passando da family-musical a gothic-horror rimanendo comunque un prodotto per ragazzi. Basato sui due seguiti del libro di Baum (Il meraviglioso mago di Oz da cui era stato tratto il primo film con la Garland), unisce gli avvenimenti de Il meraviglioso Paese di Oz e Ozma regina di Oz, restando molto più fedele all’atmosfera dei libri di quanto fosse stato fatto in passato. Quello che colpisce di questa pellicola è innanzitutto il fatto di essere un “film Disney” data la sua natura fortemente orrifica: dottori pazzi che torturano pazienti nelle cantine di ospedali, streghe che decapitano fanciulle per usare le loro teste, mostri deformi che escono dalle pareti, ominidi inquietanti che fanno a pezzi le persone, deserti della morte, e chi più ne ha più ne metta. Diretto con grande cura da un ispiratissimo Walter Murch, il film è un grandissimo capolavoro sotto tutti gli aspetti: grandissimo il cast, con una Fairuza Balk agli esordi di una bravura inimmaginabile, per poi apprezzare in tutta la loro grandezza Nicol Williamson, Piper Laurie, e Jean Marsh, colonna sonora meravigliosa di David Shire (rarissimo quanto costoso il cd), ambienti e scenografie maestose, effetti speciali magnifici (nomination all’Oscar). Probabilmente ci troviamo dinanzi al miglior adattamento cinematografico di un libro, poiché atmosfera, tensione, caratterizzazione di ambienti e personaggi, ed ogni altro elemento che lo compone sono amplificati a tal modo da rendere lo spettatore tanto affascinato quanto conquistato da tale grandezza. E la tensione sprigionata da questa pellicola è superiore a un qualsiasi The Exsorcist, The B.W. Project o Shining, poiché trattenuta e subdola in superficie, dannatamente violenta e invasiva nel sottotesto. Un must del genere fantasy, che il tempo non è riuscito ad intaccare, aspettando e sperando in un seguito (appena annunciato) di eguale bellezza. Cesare Mangione